Scontri tra forze armate e paramilitari: decine di morti e centinaia di feriti
Nella capitale sudanese di Khartum i combattimenti tra forze armate e paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) continuano a provocare vittime. Secondo il Comitato centrale dei medici sudanesi, un’organizzazione indipendente, sarebbero almeno 56 i civili uccisi e 595 i feriti, principalmente tra le forze di sicurezza. Non è possibile fare un conteggio preciso delle vittime a causa delle difficoltà logistiche legate agli scontri in corso.
I combattimenti, che durano da diversi giorni, sono stati particolarmente intensi nella notte tra il 15 e il 16 aprile, con esplosioni e colpi di arma da fuoco che hanno fatto tremare le strade deserte della città. I paramilitari hanno affermato di avere preso il controllo della sede presidenziale, dell’aeroporto di Khartum e di altre strutture vitali della città, ma la notizia è stata smentita dall’esercito.
La situazione in Sudan è molto delicata da diversi anni a causa di una serie di conflitti interni che hanno portato alla caduta del presidente Omar al-Bashir nel 2019. Da allora il paese è stato governato da un consiglio militare di transizione, ma le tensioni politiche e sociali sono rimaste alte, anche a causa della pandemia di Covid-19 che ha aggravato la crisi economica del paese.
La situazione si è ulteriormente deteriorata nelle ultime settimane, a seguito di una serie di proteste pacifiche per chiedere la fine del governo militare e il ritorno alla democrazia. Le proteste sono state represse con la forza dalle autorità, provocando la morte di numerose persone, e hanno portato alla ripresa dei combattimenti tra i paramilitari delle Rsf e le forze armate sudanesi.
La comunità internazionale ha espresso grande preoccupazione per la situazione in Sudan e ha chiesto un immediato cessate il fuoco e la ripresa del dialogo politico per trovare una soluzione pacifica alla crisi. La Commissione Africana ha condannato gli attacchi ai civili e alle infrastrutture e ha chiesto al Governo di garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto dei diritti umani.
Anche le Nazioni Unite hanno espresso grande preoccupazione per la situazione in Sudan e hanno chiesto un immediato cessate il fuoco. Il Segretario generale, Antonio Guterres, ha chiesto il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e ha invitato tutte le parti a impegnarsi in un dialogo inclusivo per porre fine alla violenza e alla instabilità nel paese.
La situazione in Sudan resta critica e incerta, con la popolazione in grave pericolo a causa dei continui combattimenti e della carenza di risorse umane e materiali per garantire l’assistenza medica ai feriti. La comunità internazionale è chiamata a fare la sua parte per trovare una soluzione pacifica alla crisi e garantire la sicurezza e il benessere del popolo sudanese.